" Non c’è nulla che mi piaccia del mio lavoro, nulla. Non vedo l’ora che arrivi il giorno della pensione, fra tre anni se tutto va bene. Non ho episodi costruttivi da raccontare..."Così aveva esordito un partecipante al mio Laboratori Formativo nel giro di tavolo iniziale in cui avevo invitato tutti a presentarsi e a condividere con gli altri una cosa del proprio lavoro che avevano apprezzato in modo particolare.L’obiettivo del Laboratorio era favorire l’integrazione di ruoli professionali molto diversi all’interno di un Servizio sanitario, raccogliendo anche spunti, suggerimenti e idee sui possibili linee di sviluppo del Servizio. Avevo scelto di usare l’approccio dell’Appreciative Inquiry.
La sfida con gli atteggiamenti negativi che si incontrano nella consulenza è riuscire ad accoglierli ma evitando che influenzino il processo in senso distruttivo e depressivo: chi non ha qualcosa di cui lamentarsi, e quasi sempre a ragione? Ma se tutti si limitano a lamentarsi e a ’sputare rospi’ come si fa ad andare avanti?Non avevo dubbi che alla fine del Laboratorio molta negatività si sarebbe stemperata e molti aspetti costruttivi sarebbero emersi ... ma l’avvio era proprio tutto in salita! E al giro di tavolo finale mi sono sorpresa ancora una volta: "Ho dovuto ricredermi. Non avrei mai pensato che nel mio lavoro potesse esserci ancora qualcosa da sviluppare ... eppure dopo queste giornate sono più fiduciosa, forse posso davvero credere che qualcosa possa ancora cambiare e che io ho ancora qualcosa da dare!"Anche noi Facilitatori abbiamo bisogno di credere che un cambiamento sia possibile.